Dal 24 dicembre 2014 è entrato in vigore, grazie al decreto "Destinazione Italia", un credito di imposta al 19% sui libri, utilizzabile nella dichiarazione dei redditi… o almeno cosi era fino a qualche giorno fa, quando la Commissione Attività Produttive e Finanza della Camera ha modificato il testo.
Cosa significa? Cercheremo di spiegarvelo in questo breve articolo.
Il decreto, fatto per favorire la diffusione della lettura, prevedeva un risparmio di massimo 2.000 euro all'anno per cartella esattoriale presentata (dunque presentabile da qualunque entità fisica o giuridica), divisi rigorosamente in: 1.000 euro per libri scolastici e universitari e 1.000 euro per qualunque libro dotato di ISBN.
Sin dall’origine, molti sembravano i dubbi e i "ma" dell‘iniziativa:
•il risparmio era del 19% delle spese sostenute durante tutto l'anno (fino al tetto massimo di cui abbiamo parlato prima)
•l’acquisto di e-books, anche se provvisti di ISBN, non sarebbe potuto rientrare nel conteggio ai fini delle detrazioni
•lo Stato avrebbe garantito una copertura di 50 milioni di euro (provenienti tra l'altro dall' Unione Europea) fino al 2016: questo avrebbe significato "chi prima arriva meglio alloggia" perchè una volta finiti i fondi non ci sarebbero stati rinnovamenti
•la normativa manteneva il silenzio sia per gli acquisti online sia per i libri usati.
Questa era la situazione fino a qualche giorno fa ma le cose sono cambiate di nuovo.
In puro stile italiano si è deciso di indirizzare il "bonus" a ESCLUSIVO beneficio degli "esercizi commerciali di rivendita di libri al dettaglio", eliminando altresì il tetto massimo di 2000 euro. La norma ha previsto inoltre, quasi a misero contentino per i cittadini, la creazione di un "voucher" di sconti, pari al 19%, per i SOLI libri scolastici delle scuole superiori (e parificate), MA utlilizzabile esclusivamente negli esercizi commerciali che abbiano precedentemente fatto richiesta di usufruire del credito d‘imposta.
Risultato? Lettori delusi, genitori gabbati e confusi, scontrini messi da parte da buttare via! Speriamo almeno che a beneficiarne siano i piccoli librai che annaspano tra le spire delle grandi catene di rivendita libri… forse!
Marco Castelletti